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Intervista al pittore Umberto Leonetti PDF Stampa E-mail
Scritto da Annalisa Dell'Annunziata   
sabato 20 gennaio 2007
Indice articolo
Intervista al pittore Umberto Leonetti
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L'artista che cerca di dare significato alla propria opera non limita il valore artistico del suo prodotto?

Athànor Sublimanti 1997, Serigrafia 101 x 72

Dal mio punto di vista no.
Voglio però sottolineare che, quasi sempre, la mia opera procede realizzandosi attraverso una doppia modalità: una empirica e l'altra cosciente. Il piacere che provo a produrre è oggettivato nella dimensione vissuta. Con essa viene espressa la ricerca, la tensione penetrativa, la lucidità e la coscienza di quel preciso momento. Il modo di interpretare, più o meno correttamente, ciò che la fenomenologia della natura ci propone, stabilisce i parametri di una dimensione interiore raggiunta. Cioè lo sforzo cosciente di indagare le situazioni mentali e psichiche che permettono la creazione, spinge ad approfondire i meccanismi dei processi evolutivi, mai legati alla casualità. L'artista che si affida soltanto o in gran parte al proprio istinto, alla propria irrazionale ragione di essere, fa opera parziale ed incompleta. L'uomo si oggettiva nelle tensioni comprese tra la coscienza e l'incoscienza, e tutti i meccanismi dinamici del suo essere riflettono i vari statuti che, gradualmente razionalizzati, affiorano dal suo profondo.

Ogni opera può essere configurata secondo varie interpretazioni e linguaggi. Esistono linguaggi più incisivi e rispondenti alle esigenze dei contenuti che l'artista propone?
Una estetica simbolista è più adatta a trascrivere valori assoluti. Essa propone la lettura di un significato attraverso forme-simbolo che diventano archetipi, ma non sono assolutismi. Nel mio percorso, sono stato simbolista e sarei rimasto tale se la necessità di oggettivare più compiutamente le esperienze vissute non mi avesse spinto a cercare un linguaggio ancora più sofisticato, come quello subliminale. Per questo, prioritario al sistema espressivo esiste un atteggiamento introspettivo che ne modula le manifestazioni. Indubbiamente, il tentativo è quello di esprimere l'una e l'altra polarizzazione del vissuto interiore, sforzandosi di penetrare l'inconscio, l'incosciente, o l'invisibile. In questo modo, lo stesso lavoro diventa un mezzo di espressione e di proiezione. Il risultato, espresso simbolicamente, rivela, quindi, alcune delle regioni dell'inconscio.



Ultimo aggiornamento ( domenica 21 gennaio 2007 )
 
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