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Net Art e Software Art PDF Stampa E-mail
Scritto da Gianni Paulis   
mercoledì 12 maggio 2010

La Net art è una ulteriore forma espressiva della New Media Art e si riferisce ad opere create grazie alla Rete Internet (con la Rete, per la Rete o all’interno della Rete). La Net art va intesa come genere d’arte in grado di esprimere opere che hanno la caratteristica di essere: create con software e linguaggi di programmazione; in connessione con diversi contenuti multimediali; fruibili da parte di tutti gli internauti; modificate da qualsiasi utente; interattive. Net art quindi come significato di assenza di veri e propri autori. Con la net art si esrimono individualità o gruppi che promuovono messaggi e che non scelgono luoghi fissi di esposizione.

In tutte le opere di Net Art c’è alla base la volontà di attaccare l’estetica tradizionale e il sistema economico fondato sulla proprietà privata (vedi hacker art). In passato si è insistito sulla distinzione tra net art e art of the net. La Net Art come arte veicolata e diffusa attraverso la Rete ma anche come mezzo di distribuzione delle informazioni. Art of the Net, invece, come la Rete usata per illustrare e distribuire opere già esistenti e prodotte altrove e non nella Rete. E’ utile comunque fare una sottile distinzione tra la Net art e Web art: abolendo la possibilità di tutti di interagire col processo creativo di un’opera, l’artista torna a essere il protagonista, l’unico autore. Se s’immette nella Rete un’opera con queste caratteristiche, si agisce facendo Web art, un’arte più ispirata al concetto d’autore. Comunque «Usata in un certo modo la Web art può divenire un mezzo d’interazione reale, in grado di favorire lo sviluppo di una co-autorialità diffusa»(1). Net art quindi come arte del fare network, una vasta area che è impossibile racchiudere in una sola definizione, non esiste, infatti, una Net art ma diverse forme di Net Art. Operatori della Net Art sono diffusi in tutto il mondo, specie in Europa e negli USA; sono presenti anche luoghi d’incontro e di esposizione come quello austriaco dell’Ars Electronica Center di Linz che organizza un premio annuale per varie forme di creatività Hi-Tech: il Prix Ars Electronica. Tale forma artistica ha fatto il suo ingresso anche in molte rassegne d’arte contemporanea come ad esempio la Biennale d’Arte americana del Whitney Museum of American Art che si tiene a New York ormai dal 1999. Un esempio formidabile di Net Art, dove sono presenti multimedialità, interattività e variabilità, è quello realizzato da Rafael Lozano-Hemmer: l’opera Vectorial Elevation, installazione digitale interattiva realizzata la prima volta a Mexico City in occasione del Capodanno 2000. Si trattò di un’opera di “architettura relazionale” (in quanto stimola l’interazione e l’operatività dello spettatore) e consisteva in un sito Internet (www.alzado.net dal quale gli utenti potevano regolare individualmente dalla loro casa e col proprio PC (mediante un software particolare messo a punto dall’artista), ciascuno dei diciotto proiettori opportunamente collocati nello spazio pubblico e capaci di proiettare un raggio luminoso fino a un chilometro d’altezza. L’opera è stata poi riproposta dallo stesso artista in altre città del mondo: Artium Square, Victoria, Paesi Baschi (2002); Place Belleco, Lione, Francia (2003); O’Connell Street, Dublino (2004). Anche nel 2010 Lozano-Hemmer ha riproposto la stessa opera “aperta”, a Vancouver in Canada, in occasione dei Giochi Olimpici invernali e ogni utente della Rete volendo ha potuto partecipare all’opera stessa (www.vectorialvancouver.net ).

Software Art: area artistica che produce opere mediante l’utilizzo di software. Nasce all’interno della Net art e spesso risulta difficile distinguere tra opere di software art e net art. La logica vorrebbe comunque che si riconoscessero come net art quelle opere che, anche se create mediante programmi di software sono state concepite esclusivamente per, in, o nella Rete. In quest’arte il software è utilizzato come “materia”, non come strumento. Questo concetto fu ben riproposto e chiarito in occasione del festival di arti e nuovi media Transmediale 2001 tenutosi a Berlino, dove la Giuria relativa aveva fissato dei criteri di valutazione e dei canoni estetici per una disciplina del tutto inedita (software art) : «..Per noi la software art si oppone alla nozione di software come strumento..»(2). Le opere di software art sono programmi artistici e danno vita ad una ”opera aperta” e quindi un’opera “in fieri” dove l’artista non può prevedere mai quale sarà l’opera” finale”… ammesso che ci sia un termine. L’opera così non corrisponde ad un oggetto “finito” creato dal software, corrisponde invece allo stesso software e al processo creativo che genera. In tal caso si può parlare di Arte Generativa. Nella software art i programmi usati dall’artista possono essere di qualsiasi tipologia: browser, word processor, ma anche virus, come per esempio le realizzazioni del collettivo milanese EpidemiC (epidemic.ws/bocconi/index_it.html ). Bocconi.vbs è un virus che assume i connotati di trasmissione della vita e non quelli della paura del contagio. Si tratta di un brand virus che attraverso i meccanismi di Microsoft Outlook, è in grado di inviare se stesso sottoforma di allegato a tutti gli indirizzi e-mail presenti sul PC che lo ha ricevuto. Una volta resosi attivo, il virus invita l’utente a visitare il sito della Bocconi, generando nello stesso tempo un documento di testo (bocconi.txt) nella directory di startup. Di conseguenza ogni volta che il PC viene riavviato, compare una schermata che contiene il logo della Bocconi.

Bibliografia:
  1. Marco Deseriis, Giuseppe Marano, Net.Art : l'arte della connessione, Shake, Milano 2008, pag. 24.
  2. Ibidem, pagg. 92-93.
Ultimo aggiornamento ( mercoledì 12 maggio 2010 )
 
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