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Poesia Digitale: Teoria e critica del testo e della scrittura PDF Stampa E-mail
Scritto da Annalisa Dell'Annunziata   
sabato 13 gennaio 2007
Indice articolo
Poesia Digitale: Teoria e critica del testo e della scrittura
Pagina 2

Tesi di Laurea di Annalisa Dell'Annunziata

Poesia Digitale: dispositivi di automazione, animazione, olografia e ambiente ipertestuale. Teoria e critica del testo e della scrittura

Nella presente sezione è possibile leggere una sintesi della Tesi di Laurea presentata da Annalisa Dell'Annunziata il giorno 30 Giugno 2006 all'Università di Napoli "Federico II", Facoltà di "Lettere e Filosofia". Per avere notizie più dettagliate sull'argomento, potete contattare Annalisa all'indirizzo e-mail Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo  e magari, visitare anche il suo sito.

Abstract

Copertina-Tesi
Copertina Tesi

La poesia digitale nasce nel 1959 a Stoccarda, quando il semiologo Max Bense riesce, con l'aiuto di un ingegnere, Theo Lutz, ad elaborare con un calcolatore i primi versi liberi elettronici. In questa prima fase (1959-1979) i calcolatori, ovvero i dispositivi di calcolo e di trattamento automatico dei dati, sono semplicemente macchine analogiche dotate solo di stampante. Nella creazione di un testo elaborato con questa nuova tecnologia sono state distinte più tappe, ognuna delle quali ha generato termini in apparenza specifici: produzione, generazione e, infine, sintetizzazione di testi. Un programma di produzione di testi indica un software dove il lettore, data una lista di applicazioni o combinazioni possibili, è invitato a scegliere un percorso escludendone altri. Raymond Queneau ci aveva già pensato quando, nel 1961, simulando su supporto cartaceo il funzionamento del computer, pubblica, presso la casa editrice Gallimard, Cent mille milliard de poèmes. Il generatore di testi è un software capace di produrre enunciati (e, quindi, testi) inediti, combinando insieme sintagmi ricavati da opere di diversa paternità: il prototipo italiano, Tape Mark I, di Nanni Balestrini, è considerato il primo testo generato col computer. Il software Syntext, infine, creato da Pedro Barbosa, genera automaticamente testi di volta in volta differenti, data una struttura testuale di partenza (forma) e la sua frammentazione in blocchi intercambiabili. Nella seconda fase (1980-1999), caratterizzata dall'animazione, con l'avvento del PC (computer dotato di schermo, tastiera e stampante) si lavora tanto su ciò che è visto quanto su ciò che è letto. L'animazione, ovvero la rappresentazione del movimento, la mediazione di ciò che ormai si chiama sintesi dell'immagine, diventa possibile. Con i progressi della computer graphic e delle applicazioni dell'informatica alla creazione visuale e artistica, altri campi di ricerca si aprono per dare alla scrittura l'apparenza del movimento attraverso spostamenti, modificazioni o trasformazioni di ciò che è visualizzato sullo schermo. Nello stesso momento, con l'idea di sviluppare una nuova poetica visuale, e di sfruttare pienamente le possibilità della luce come supporto di una nuova letteratura, Eduardo Kac e Ferdinando Eugenio Catta-Pretta realizzano nel 1983 i primi olopoemi.

E. Kac - Chaos
E. Kac - Chaos

Un poema olografico, è un poema in cui lettere, di natura tridimensionale, si muovono, sospese nell'aria, cambiano colore, dimensione e aspetto, nel tempo e rispetto al punto d'osservazione dello spettatore. Il poeta non è più di fronte alla pagina bianca; lo spazio è ora equivalente al tempo e la scrittura non è un segno, ma una realtà virtuale. Così il libro, ormai "in crisi", viene rimpiazzato da strumenti esterni alla memoria come la videocassetta, il floppy disk e il CD-ROM. Nella terza fase (1995-2006), "interattiva", le icone, le finestre di dialogo, i menu a tendina, l'interfaccia grafica modificano le relazioni dell'utente con i sistemi informatici. Inoltre, la possibilità, di trasferire informazioni in modalità ipertestuale da un computer all'altro, attraverso la rete Internet, aumenta a dismisura la capacità di movimento all'interno di un ambiente grafico fatto di testi, immagini, filmati e suoni. Il tema del viaggio, del cambiamento, e i confini aperti del testo esemplificano le modalità in cui il lettore esperisce la poesia ipertestuale: privo di coordinate e di un porto sicuro in cui ancorare, il lettore naviga nel mare infinito dei possibili significati. Durante gli ultimi quattro decenni la letteratura informatica ha, in questo modo, forgiato i suoi generi poetici: la poesia automatica, animata, l'olopoesia e la poesia ipertestuale. Nel presente lavoro tali esperienze, nate in ambiti, tempi e luoghi diversi, sono state raccolte sotto le nozioni di poesia digitale, cyberpoetry e computer poetry. Eric Vos nel saggio New Media Poetry: Theory and Strategies, pubblicato sulla rivista "Visible Language", analizzando i risultati ottenuti in quest'ambito, individua alcune costanti che li caratterizzano. La prima, esaminata nella sezione L'informatica e le nuove forme di scrittura elettronica, riguarda l'utilizzo del nuovo strumento come spazio tecnico per la creazione: le sue caratteristiche determinano le categorie retoriche per la classificazione delle opere informatiche. La collocazione della poesia in termini di comunicazione non unilaterale, seconda costante che apre la sezione Le costanti teoriche della poesia digitale, modifica e riconfigura i tre componenti base del processo comunicativo, autore-testo-lettore. La nozione di testo cambia in funzione della relazione autore/testo e della relazione lettore/testo. Queste differenze sono state tradotte con i concetti di testo-scritto (texte-écrit), testo-da-vedere (texte-à-voir) e testo-letto (texte-lu) proposti da Philippe Bootz. Il testo-scritto è caratterizzato da una struttura applicata dall'autore ad una serie di codici informatici e ad una serie d'informazioni digitali. Esso è un generatore intemporale, che produce testi-da-vedere. La lettura di questi ultimi è, invece, temporale, dato che la loro comprensione avviene in un istante concreto e preciso. Il testo-da-vedere, infine, produce nella mente del lettore un'immagine, il testo-letto.



Ultimo aggiornamento ( mercoledě 24 gennaio 2007 )
 
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