Arte Digitale: Vera Molnar |
Scritto da Gianni Paulis | |
domenica 01 novembre 2009 | |
L'artista ungherese Vera Molnar (classe 1924), dopo essersi diplomata all'Accademia di Belle Arti a Budapest, nel 1947 si trasferì a Parigi. L'artista, che vive tuttora nella stessa città, iniziò a dipingere prediligendo ad un tratto (1946) i temi geometrici e le immagini non-figurative. Per creare e riprodurre le proprie opere, nel 1968 iniziò ad utilizzare il computer ed il plotter (per la stampa). Nel 1960, insieme con altri artisti (il marito François Molnar, François Morellet, Francisco Sobrino, Joel Stein, ecc.), fondò il Gruppo di Ricerca d'Arte Visuale (Arte Cinetica)(GRAV)(http://www.arte.go.it/mostre/arte_cinetica/pag_3.htm) e nel 1967 fu tra i fondatori a Parigi di "Art et informatique" presso l'Istituto di Estetica delle Scienze dell'Arte di Parigi. Dal 1950 al 1970, presso la Bitform Gallery di New York, insieme con altri sette artisti digitali, espose le sue opere nell'ambito dell’importante mostra collettiva "Scratch Code". Dal 1980 l'artista è membro del C.R.E.I.A.V. (Centre de Recherche Expérimentale et Informatique des Arts Visuels)presso l'Università di Parigi. Per la Molnar, fin dall'inizio, fu difficile esprimere le immagini della sua mente senza il computer, inoltre lei stessa affermava che la macchina riesce ad aiutarla nel creare l'opera senza essere influenzata dalle sue conoscenze culturali. Anche se il computer è una macchina, questa può aiutare l'artista a visualizzare i suoi pensieri più profondi. La macchina può inoltre aiutare l'artista a decomporre l'immagine iniziale fino alla "disintegrazione". Nelle opere della Molnar, oltre ad una forte componente concettuale, traspare una sensibilità minimalista. Le immagini e le forme create mediante il computer, che Lei chiama "mental-cultural ready-mades", si basano sulla tecnica della ripetizione e dei minimi mutamenti. Procedendo a piccoli passi, afferma la Molnar, l'artista è in grado di indicare "delicatamente" e con precisione l'immagine dei sogni. Il computer è così importante per la Molnar tanto da giungere a proporre lo studio dello strumento informatico anche nelle Scuole d'Arte. A questo punto è importante precisare un decisivo concetto dell'Arte Digitale: il computer deve essere a disposizione dell'artista così come un blocco di marmo, la tela o l'argilla. Da citare giustamente al riguardo l'auspicio di Bruno Munari espresso nel 1952 nel suo "Manifesto del macchinismo": gli artisti devono abbandonare tela, colori e scalpello e cominciare a fare arte con le macchine... Sitografia:
Bibliografia:
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Ultimo aggiornamento ( giovedì 25 febbraio 2010 ) |