30 anni di Memphis
Scritto da Patrizia Giordano   
giovedì 13 maggio 2010
30-anni-di-Memphis
30 anni di Memphis

alla Fondazione Plart sino al 29 maggio 2010, uno stravagante e multicolore viaggio nel design degli anni Ottanta.

Gran revival di mobili ed oggetti d'arredo by Memphis in esposizione alla Fondazione Plart a Napoli sino al 29 maggio, in occasione dei trent'anni dello storico grupo di creativi ed artisti, nato da una intuizione di Ettore Sottsass, il guru dell'architettura e del design italiani che sino all'ultimo ha conservato un'anima di Peter Pan, fatta di cultura e tanta ironia. Oggetti cult che hanno attraversato indenni trent’anni di storia mantenendo intatta la loro immagine e funzione, ma soprattutto la voglia di farci sognare. Contesi dai più grandi collezionisti e battuti nelle aste internazionali a cifre da capogiro. Belli da vedere ed emozionanti da toccare.

Casablanca--libreria-mobile-da-soggiorno-in-laminato-plastico-di-Sottsass
Casablanca- libreria mobile da soggiorno in laminato plastico di Sottsass

Ci sono mobili che sembrano sculture ma vibratili, eccentrici, espressivi quasi fossero personaggi animati tirati fuori da un cartoon, librerie che in una sovrapposizione di piani e di volumi, di spinte e controspinte si ergono come totem in una pampas immaginaria. E poi ceramiche, vasi di vetro dall’anima giocosa, sedie, lampade con le ruote, tappeti con effetti trompe l'oeil originalissimi, tavoli dalle forme squadrate ma morbide, in un mix incredibile di colori e materiali diversi accostati tra loro: la vetroresina, il metallo, il marmo, il legno, l’economico laminato plastico, ottenendo così un gioco visivo mutevole di sfumature.

Immagine-claim-Memphis
Immagine claim Memphis

Una rassegna che non poteva trovare sede migliore nell'ente museale di arti plastiche in Via Martucci, presieduto da Maria Pia Incutti Paliotto, e curata in esclusiva per la Fondazione, non a caso da una interior designer, Alberta Saladino, titolare di Esprit Nouveau, grande collezionista di modernariato ( in particolare degli anni '50 e '60), che con molto gusto ha disposto su una grande pedana nera rettangolare una quarantina di pezzi - forse il meglio della produzione Memphis - dando la possibilità al pubblico accorso numerosissimo all'inaugurazione di ammirare questi oggetti da più angolazioni e fare così uno stravagante e multicolore viaggio nella rivoluzionaria storia del gruppo.

Mobile-robot-di-Masamori-Nuseda
Mobile robot di Masamori Nuseda

In realtà, a scorrere le cronache del tempo, un vero e proprio movimento culturale di risonanza internazionale a cui aderirono giovani studenti dell’epoca come Jasper Morrison, Frank Gehry, Marc Newson, ora tra gli architetti e designers più quotati del mondo. Un laboratorio sperimentale, una fucina di idee a destinazione libera, una sorta di territorio operativo che riuscì con meraviglia ed ironia a sconvolgere letteralmente l’estetica ed il 'bon ton' borghese degli anni '80, dominati da un rigido conformismo minimalista, rivoluzionando grazie alla vivacità dei colori, i decori, i dettagli ironici ed informali, i materiali poveri kitsch d’arredo (come appunto il laminato plastico usato allora per rivestire i mobili da cucina e quindi scadente,'privo di cultura' ), gli scenari abitativi e lo stesso concetto del mobile contemporaneo. Nasceva insomma una nuova visione della casa e dell’abitare con i designers ed architetti chiamati a partecipare per la prima volta alle decisioni di marketing.“

Vasi-in-porcellana-di-E.-Sottsass
Vasi in porcellana di E. Sottsass

Uno crede di disegnare un oggetto e invece finisce per condizionare nell’uomo rapporti molto più larghi e penetranti con tutto l’atto di lavorare” diceva Sottsass, che declinava la geometria con i sensi, sia quelli psicologici che emotivi, non solo nel design, ma anche nell’architettura, nelle fotografie, influenzato nei suoi lavori dagli anni struggenti della beat generation, i viaggi in India, la Pop Art. Dunque avanza il concetto di una casa 'abitabile e sopratutto abitata' con un Sottsass che già allora lavorava alle campagne pubblicitarie di grandi aziende come Brionvega, Olivetti, Zanini e Wella. Anche la scelta del nome “Memphis” fu un’ironia, una provocazione di questi pionieri del “Nouveau design”, ispirata da una canzone di Bob Dylan “Stuck inside Mobile with Memphis blues again”, forse la più 'surrealista' del cantautore americano (colonna sonora del film di Terry Gilliam ' Paura e delirio a Las vegas'). Fu ascoltata per caso la sera dell'11 settembre del 1980 a casa di Sottsass.

Assieme al maestro, c’erano Barbara Radice( autrice di un libro sulle esperienze del gruppo edito da Electa nel 1984), Marco Zanini, Andrea Branzi, Aldo Cibic, Matteo Thun, il neo laureato Michele de Lucchi, Nicole du Pasquier che ha curato la grafica della rassegna napoletana e partecipato assieme a George Sawdon (co-fondatore del gruppo) all’inaugurazione. Ad eccezione di Sottsass, tutti avevano allora meno di trent’anni.' Tutti noi trovammo carino il nome Memphis - scrive Barbara Radice nel suo libro - c'era il blues, il Tennessee, il rock and roll ( era la città natale di Elvis Presley ndr), le banlieues americane ma anche l'Egitto,l'antica capitale dei faraoni,la culla della cultura'. 'Fad' dissero gli americani, cioè una vera pazzia ma che nell'arco di dieci anni stravolse il buon gusto borghese in fatto di arredo e design. Nel settembre del 1981 Memphis tenne la sua prima mostra alla galleria Arc ’74 di Milano in cui vennero esposti assieme ad un centinaio di disegni, orologi, mobili, lampade, oggetti in ceramica, ispirati all'art decò, al kitsch degli anni cinquanta, alla pop art di Warhol, al futurismo di Fortunato Depero, il giovane pittore che nel '32 aveva disegnato quella bottiglietta tronco-conica di 10 centilitri del Campari soda, un involucro oggi attualissimo, moderno, a conferma che il buon design è quello che dura nel tempo, al di là delle mode. La prima mostra del gruppo ebbe un impatto enorme sui media, pare che persino uno stilista di moda come Karl Lagerfeld riempì la sua casa di arredi Memphis, compreso un boxing-ring, oggi immagine-claim utilizzata nella campagna pubblcitaria del trentennale. La rassegna al Plart tasta il polso a quegli anni fervidi, vitali a cui appartengono le mitiche librerie ‘Carlton’ e ‘Casablanca’in laminato plastico, la lampada da tavolo ‘Ashoka’ dalla generosa geometria, la serie di vasi di porcellana ‘Nilo’, ‘Euphrates’, ‘Tigris’(1983), disegnati dallo stesso Sottsass.

Vasi-in-vetro-di-Natalie-du-Pasquier
Vasi in vetro di Natalie du Pasquier

C’è la vetrina ‘d’Antibes’(1981) di George Sowden in legno laccato e serigrafato sui lati, il mobile robot di Masamori Nuseda del 1982, i deliziosi vasi in vetro ed il tavolino ‘Madras’(1986) di Natalie du Pasquier che all’inizio lavorò con Memphis come designer dipingendo tappeti di lana annodati a mano e prodotti in numero limitato a Katmandu, oggi è una nota pittrice soprattutto di oggetti quotidiani. Il giovanissimo Michele de Lucchi firma,invece, la sedia ‘First’in metallo e legno, essenziale nella linea geometrica come la poltrona ‘Roma’(’86) di Marco Zanini realizzata in vetroresina iridescente color pistacchio, squadrata nella forma ma divertentissima a tal punto da far pensare ad un seggio papale. Opere i cui dettagli ironici, informali, ci restituiscono un incredibile mosaico di funzioni e forme dall’intatto valore creativo e progettuale, una pietra miliare nella storia del design. Memphis si sciolse ufficialmente nel ‘88 ma la sua storia continua, assorbita nel 1997 dal marchio “Post Design”, fondato dal gallerista milanese Alberto Bianchi Albrici, uno degli organizzatori della rassegna al Plart ( orari mart/ven. 10-13; sab.10-13)

dove: Fondazione Plart Via Martucci 48 Napoli
sino al 29 maggio 2010
www.fondazioneplart.it
(or. mar/ven. 10-13; 15-18, sab. 10-13, costo biglietto 5 euro)

Ultimo aggiornamento ( giovedì 13 maggio 2010 )